domenica 6 ottobre 2013

Recensione #46: World War Z

Storie di zombi e società


Questa recensione è dedicata a tutti quelli che non leggerebbero mai un libro sugli zombi, e soprattutto a quelli che credevano che io non avrei ne avrei mai letto uno.  A tutti loro, vorrei consigliare World War Z.

Come si sarà intuito, sono piuttosto scettica sugli zombi. Niente di personale, solo un vago schifo per i loro corpi in decomposizione e per i loro lamenti inarticolati. Come dire, non sono il mio tipo. Così, ho dovuto sconfiggere un’intera pila di libri arretrati e levarmi un paio di sfizi letterari, prima di decidermi, complici la solitudine lacustre e i primi temporali estivi, ad affrontare questo mattoncino regalatomi e caldamente consigliatomi da Mari.
Bene, sono bastate due pagine a convincermi che quella che avevo tra le mani era molto più dell’epopea splatter che immaginavo.

Attraverso la voce di un narratore/cronista praticamente invisibile. Max Brooks (figlio di Mel, e vero appassionato del genere, autore della celebre Guida per sopravvivere agli zombi, che però non ho letto, va bene con l’entusiasmo ma non esageriamo) descrive la più grande battaglia di sempre tra uomini e zombi. I primi casi in Cina, ignorati e poi nascosti dalle Autorità, il rapido diffondersi della malattia, il Grande Panico e poi, finalmente, la controffensiva e la lenta, faticosa quanto entusiasmante ricostruzione. A raccontare il tutto, sono uomini e donne, vecchi e bambini, medici, poliziotti, soldati e gente comune. In ogni capitolo, il narratore dà voce a un protagonista con una storia e una prospettiva ben definite e soprattutto credibili. E non è poco per un libro che parla di zombi!
Il risultato è un mosaico davvero interessante, che, oltre a raccontare una storia avvincente, propone anche qualche riflessione non eccessivamente banale sul mondo contemporaneo e sulle sue storture.

Unica nota negativa, l’entusiasmo americano che si respira da metà libro in avanti. I Russi sono cattivi che nemmeno negli anni Ottanta, e gli Stati Uniti un po’ troppo protagonisti. Peccato. Ma è poca cosa. In compenso, soprattutto nella prima parte, devo dire che la lettura è stata davvero appassionante. Insomma, non capita tutti i giorni di spaventarsi leggendo!


Un’ultima cosa. Recentemente è uscito il film di World War Z. Terminata la lettura, e come sempre accecata dal mio amore per Brad Pitt, stavo per procurarmelo. Sono stata fermata da alcuni previdenti amici… Pare che a parte Brad, non ne valga davvero la pena. 

2 commenti:

  1. Sapevo che ti sarebbe piaciuto!
    Quello che funziona è la costruzione complessa del libro: non un romanzetto qualsiasi dell'orrore, ma l'affresco complesso di un'epidemia globale. Potrebbero non esserci gli zombie ma la sars o la peste nera, il quadro funzionerebbe comunque. Il bello è vedere come reagiscono persone e nazioni diverse.
    Sì, a un certo punto l'inquadratura si stringe sugli USA, ma si sa che hanno manie di protagonismo :) e poi se la cavano anche altri paesi, delle cui strategie si parla meno.

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  2. Praticamente l'hai dedicata a me! La recensione come sempre mette la pulce nell'orecchio, ma questa volta non so se cederò...devo vincere troppi pregiudizi e anche un po' di paure...

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