venerdì 25 maggio 2012

Incursioni musicali: episodio #7


Milano, ore 8.40. Nonostante sia sveglia da più di un’ora, il mio grado di attivazione rasenta lo zero.
Figurarsi poi se la prospettiva è quella di chiudersi in un’aula per nove ore di seguito! Non che il mio lavoro non mi piaccia, ma… Oggi è una giornata splendida, 27 gradi e miraggi di spiaggia a ogni angolo; l’idea di imbottigliarmi nel traffico per andare a scuola non è esattamente il massimo. In questo stato di prorompente entusiasmo, salgo in auto. Come spesso accade (come sempre accade) non ricordo quale sia l’ultimo cd che ho lasciato nelle fauci della mia vecchia autoradio. 

So solo che avrei voglia di ritornelli invadenti, di scontate melodie anni ‘80; di qualcosa di solare, mattiniero…
Ah, ecco: i Men At Work! Ho voglia di cantare “Do you come from a land down under?” e immaginare di essere anche io nel “mondo giù-di sotto”.




Ma le misteriose e imperscrutabili vie del destino… Sto esagerando?? Rettifico: in realtà sono stata come sempre io l’artefice del mio destino. Qualche sera fa, nel pieno possesso delle mie facoltà mentali, ho scelto un energico rock anni ’90. Per cui, oggi, giro la chiave nel cruscotto, e la macchina si riempie delle concilianti note di “Rape me” (per chi non lo sapesse: “Violentami”) urlato da Kurt Cobain.

Noooo! Non è giornata, non è il clima giusto, e soprattutto non è l’ora!

Non fraintendetemi: gli squarci sonori dei Nirvana hanno un valore immenso, danno voce all’inquietudine del vivere che non risparmia nessuno ma di cui quasi nessuno osa parlare. E l’atto di nominare di per sé conferisce forza e verità nuove a ciò che si teme.

Esistono innumerevoli variabili che influenzano una scelta musicale; la musica si deve adattare al momento della giornata, al luogo, alla compagnia, al tempo atmosferico… Per non parlare dello stato d’animo!
Stamattina, tutti questi fattori sono sfavorevoli all’ascolto del gruppo di Seattle. O per lo meno lo erano.

Primo incrocio, semaforo rosso. Sono pronta a cambiare il cd ma poi… Poi inizio a ripetere: “I’m not the only one”. La testa oscilla a ritmo, la mani tamburellano sul volante; il guidatore della Smart di fianco mi lancia un’occhiata interrogativa, e io decido di cantare ancora più forte e di spingere il piede sull’acceleratore. 

Contro ogni teoria, stavolta è stata la musica a modificare il mio stato d’animo; e a quel punto, i Nirvana erano perfetti per il traffico.

 
Soundtrack: "Down Under", Business as usual, 1981
                  "Rape me", In utero, 1993

1 commento:

  1. questa è la prima canzone che ho cantato con il mio gruppo di amici in terza media. ogni volta che la ascolto penso a come è possibile creare una canzone così potente con quattro accordi e un tipo che urla quasi a caso.... misteri dei Nirvana

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