martedì 3 aprile 2012

Recensione #6: Questa è l'acqua


Consigli per giovani laureati

 “…Il valore reale e schietto della vostra cultura umanistica dovrebbe essere proprio questo: impedirvi di trascorrere la vostra comoda, agiata, rispettabile vita da adulti come morti, inconsapevoli, schiavi della vostra testa e della vostra naturale modalità predefinita che vi impone una solitudine unica, completa e imperiale giorno dopo giorno.”

Leggere parole come queste in una mattina di grigia nullafacenza post laurea è davvero un toccasana.
Chiudo il libro e sono grata al mio amico Take di avermelo regalato: da tempo non mi sentivo tanto toccata da una pagina, da tempo non mi commuovevo più leggendo.

Questa è l’acqua è una raccolta di sei testi di Dave Foster Wallace ancora inediti in Italia. Cinque racconti usciti in rivista, e la trascrizione del discorso tenuto dall’autore ai laureandi del Kenyion College nel maggio del 2005 (Questa è l’acqua, appunto).
È un libro pieno di aspetti positivi: per prima cosa è un libro piccolo, con una bella copertina verde, e un apparato paratestuale per una volta utile e pertinente.
Lo stile è più che convincente: visionario, sfrenato, mobile… sicuramente faticoso (ma per la mia attenzione ballerina è stato un bell’esercizio riuscire a star dietro a tutti i cambi di punto di vista e prospettiva!), ma anche incredibilmente affascinante. Direi che ha tutti i pregi dell’asciuttezza e della libertà americana, senza scadere (come troppo spesso accade) nel nonsense e nell’assurdo.

E veniamo ai contenuti: i racconti toccano temi forti come la malattia, la depressione, l’amore e la morte con la serietà e la leggerezza di chi sa esattamente di che cosa sta parlando, e non ha intenzione di piangersi addosso. In poche pagine, mi sono innamorata di Solomon Silverfish, ho avuto compassione del giovane Karrier, e del solitario abitante del Pianeta Trillafon; ho creduto all’amore in alcune delle sue forme più strazianti e grottesche; ho imparato che “la malattia è una cosa che hai, non una cosa che sei”, e ho riflettuto sulla tensione fra ordine e fluttuazione nel cosmo attraverso una strana analogia con le particelle della saliva… non male, direi.

Quanto al discorso, posso dire solo che è bellissimo: onesto, pertinente, acuto. Senza retorica, Wallace mi ha ricordato quali siano il senso e lo scopo di una formazione umanistica… forse ne avevo bisogno.

“La vostra cultura è realmente il lavoro di una vita, e comincia… adesso.
Augurarvi buona fortuna sarebbe troppo poco.”

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