lunedì 23 aprile 2012

Evento #1: Librocielo


L’evento del Fuori Salone

Di recente, mio fratello Latti mi ha rimproverato, perché su questo blog sto scrivendo solo di libri, mentre mi ero impegnata a relazionare il mio folto pubblico su tutti gli aspetti della mia vita culturale. Così, oggi ho deciso di provare ad accontentarlo.

Come tutti i milanesi sanno, ieri si è conclusa l’interminabile serie di eventi del Fuori Salone. Vista la mia sostanziale disoccupazione, quest’anno ho avuto il tempo di visitare qualche installazione: a parte la solita serata in Statale, comprensivo di bagno di folla e pessimo drink gratis, ho fatto un giro in Triennale, in Tortona e alla Fabbrica del Vapore. Sono contenta di aver partecipato, perché se non altro mi sono fatta un’idea di quello di cui tutti parlano, ma, devo confessare che le esposizioni mi hanno abbastanza deluso. Banalizzando, direi solo: molto fumo.

In extremis, però, ieri sera sono andata in piazza San Sepolcro, a vedere Librocielo, l’evento promosso da Cosmit presso la Biblioteca Ambrosiana, e almeno di questo sono stata soddisfatta.
Il progetto è stato ideato dall’architetto AttilioStocchi, che l’anno scorso aveva realizzato Cuorebosco in Piazza San Fedele, e propone un percorso sui temi della casa e dell’abitare nella sala Federiciana della Biblioteca.

I visitatori (a gruppi di 80, scaglionati ogni mezzora), dopo aver ascoltato una poco credibile introduzione dalla voce niente meno che del Cardinal Federigo, vengono introdotti nella sala, completamente buia. Qui, nel luogo dove in età romana si incontravano cardo e decumano, e dove il Cardinale volle edificare la sua biblioteca, i volumi dialogano dagli scaffali, descrivendo i significati e la storia delle diverse parti che compongono la domus romana. Ogni libro è simbolicamente collegato agli altri da fili di luce che si accendono in corrispondenza della sua voce.
Al termine di ogni spiegazione, i libri si spengono e tacciono; al loro 
posto, si illuminano i ritratti della collezione degli Uomini Illustri conservata nella Sala, che cantano madrigali e rivestono la funzione degli stasimi nella tragedia.

Il risultato è davvero interessante. Innanzitutto ha il merito di aprire un luogo meraviglioso al grande pubblico, sedotto dall’idea della manifestazione di design. Se posso dare il mio parere di profana, la fruizione è un po’ faticosa (ieri sera ho dovuto leggere un intero libretto di spiegazioni per capire perché la biblioteca, e la domus, e perché le luci), ma incredibilmente suggestiva. E poi il tema della casa, che è il tema dell’appartenenza a una dimensione familiare, ma anche comunitaria e cittadina, mi sembra attuale e soprattutto urgente. Sono contenta che anche il Fuori Salone, nella sua modaiola superficialità, abbia fornito un buono spunto di riflessione sulla necessità che tutti abbiamo di abitare un luogo.

Guarda tutta questa gente a cui sono appena sufficienti le case di una città sconfinata: la maggior parte di questa folla è senza patria, senza casa.
Lucio Anneo Seneca


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