lunedì 5 marzo 2012

Recensione #2: Correre


Come promesso (a me stessa, più che ai miei lettori), giovedì pomeriggio sono andata in Sormani e mi sono procurata un romanzo di Echenoz.

Ho scelto Correre per diversi motivi: è recente (2008); è uscito con Adelphi (che per noi snob è sempre una garanzia); la traduzione è curata da Giorgio Pinotti, lo stesso di Il mio editore, e mi sembra valido.E poi, visto il mio recente entusiasmo per la corsa, il titolo mi ispira. In effetti, devo dire che non sono rimasta delusa.

Soprattutto dal punto di vista stilistico, la scrittura di Echenoz mi piace: è facile, limpida. Addirittura usa il presente, cosa che apprezzo sempre molto. Leggendo mi è venuta in mente una biografia da manuale del liceo… che di per sé non sarebbe esattamente un pregio, ma in questo caso si adatta bene all’opera.
In effetti, oltre a presentare un personaggio incredibilmente naif, Correre, attraversa, con lo strumento solo apparentemente neutro della cronaca, quarant’anni di storia della Repubblica Ceca (la narrazione si apre con l’occupazione nazista del 1939, e si chiude con quella russa del 1968, dimostrando, in una suggestiva quanto scontata ringcomposition, come tutte le oppressioni si somiglino tra loro).

Il protagonista è una figura realmente esistita: Emil Zàtopek, storico atleta cecoslovacco, vincitore di quattro ori alle olimpiadi. Echenoz lo presenta come un corridore caparbio e scoordinato, mite e qualunquista… Uno a cui non ci si affeziona, ma che si vuole vedere come va a finire.

E direi che questa è un po’ la sensazione che riporto alla fine della lettura: mi accorgo che ho letto propriamente “di corsa” (divorando le pagine nella penombra della mia stanzetta provvisoria di Dublino), solo per sapere come andava a finire la storia. E, ora che lo so, penso che questo libro funziona, che è piacevole e ben costruito, ma che non mi ha lasciato granché. Che forse potevo anche fare a meno di leggerlo.

Comunque, visto che la mia passione per la corsa continua, penso che continuerò a dedicarmi a libri su questo tema… pensavo a L’arte di correre di Murakami. Oggi pomeriggio sfido la tempesta e vado a prendermelo!

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