lunedì 5 marzo 2012

Incursioni Musicali: episodio #1


Ogni anno aspettavo  il concerto.
All’inizio di agosto, nel piccolo paese che ha dato i natali ai miei genitori, lungo i muri dove ero solita leggere gli annunci mortuari, un giorno compariva il manifesto che annunciava l’evento dell’estate: il concerto, appunto.  
Quel giorno la mia vacanza cambiava: iniziava l’attesa della  grande serata.
Non mi importava chi venisse a cantare; il grande circo Barnum sarebbe arrivato!
In questo modo, sono riuscita a vedere Ron, De Gregori, Edoardo ed  Eugenio Bennato, e addirittura un giovane Biagio Antonacci. 
Quella del ’91 fu l’estate di Lucio Dalla. Era l’anno di “Attenti al lupo”, la canzone che la piccola Martina ci costringeva ad ascoltare in riproduzione continua ogni sera, quando varcava l’uscio di casa nostra.
E il nostro nuovissimo lettore cd suonava… Noi, increduli,  perché  il “disco” non si era ancora graffiato: il miracolo della tecnologia!
Ma non è di Dalla che voglio parlare, non oggi almeno. Magari tra un po’, quando i sentimenti di riconoscenza e nostalgia di questi giorni verranno rimossi dalle nostre menti non abituate a pensare alla morte, e, soprattutto, alla morte di un artista. 
Ad aprire il suo concerto, invece, c’era uno sconosciuto Samuele Bersani. Non era ancora uscito Chicco e Spillo, nessuno aveva ancora mai visto il suo largo maglione a righe.
Eppure mi ero emozionata ad ascoltare la storia del “mostro peloso e gigante ” che aveva evidentemente  paura, e che provava a “chiamare il suo mondo lontano,  con tutto il suo fiato, ma sempre più piano” perché dichiarato pericoloso  da una “classe di uomini scelti e gente sicura” e per, questo,  assediato da scienziati ed eserciti.

Sotto quel palco, bambina, per la prima volta scelsi da che parte stare: dalla parte di chi il mondo, per paura, prova a tenerlo lontano da sé. 
Sono passati 20 anni e  Samuele Bersani ha pubblicato, da qualche giorno, una raccolta dei suoi successi.

E, tra Giudizi Universali, Cattiva, Chicco e Spillo, Il mostro e qualche perla sconosciuta, ecco l’inedito Psyco.

Dopo 20 anni mi ritrovo ancora a commuovermi per una sua canzone, ad apprezzare l’onestà di un cantautore che sceglie di svelarsi con lieve profondità, raccontando del “buio cieco” della solitudine.



Ed in quelle parole riascolto le storie di tanti che mi hanno rivelato  di “quando guardavano il mondo dagli specchi che ripetevano i loro  sbagli, tutte le loro fragilità”. Per l’ennesima volta, oggi, scelgo da che parte stare: dalla parte di chi, per paura, prova a tenere il mondo lontano da sé. 


Soundtrack:
“Il mostro” - C’hanno preso tutto,1992
“Psyco”- Psyco, 2012

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