mercoledì 7 marzo 2012

Diario di viaggio #1: Irlanda


Dettagli dublinesi

«La cosa più bella dell’Irlanda è il cielo». Me lo dice Fede in aereo.
Non rispondo perché non so cosa intende. Non ancora, per lo meno.
Del cielo d’Irlanda mi hanno parlato in molti (Fiorella Mannoia in primis); in fondo è per questo che ho scelto questa meta tra tante: tra la nefelomanzia e i pareri autorevoli, la mia curiosità è alle stelle.
Ma, una volta atterrati, dall’alto di un autobus a due piani pieno di scolarotte in divisa, guardo questa città ventosa e più che altro penso che non è esattamente questo che mi aspettavo: dove sono le casette colorate tutte uguali, la gente che balla per strada e i folletti?

Per cominciare a notare i dettagli, mi ci vuole qualche ora: le porte colorate, i giardini personalizzati, i narcisi agli angoli delle strade; a Dublino a quanto pare va di moda dare un nome alla propria casa.
Le insegne colorate dei pub, con i tavoli rigorosamente neri, la Guinnes appena spillata, che si deposita lentamente nel bicchiere alto. I pub male illuminati, dove ogni sera ragazzini e vecchi bevono insieme, e dove si esibiscono gli ultimi cantastorie del mondo.


Il secondo giorno, mentre con Fede ci riposiamo a Saint Stephen’s Green dopo una doverosa visita al Trinity College e un altrettanto doveroso fish&chips, penso che mi sto abituando. Che Dublino va guardata con attenzione; che è una città vera, non un bello sfondo da cartolina; che ha dei dettagli veramente romantici.


Ma è solo il terzo giorno che mi convinco del tutto. A dir la verità, da Dublino ci spostiamo a Howth (una specie di località di mare al capolinea del passante ferroviario, una specie di Ostia irlandese). Il trenino è pieno di turisti di ogni sorta; il paese è un tripudio di mercatini e ristoranti mangia-turisti; sulla carta dovrei odiare questo posto. E invece, inaspettatamente, lo amo. Tra le casette colorate dove i turisti non si avventurano, e poi sugli scogli, e poi fino in fondo a un molo deserto per il troppo vento, con il sottofondo struggente di una romantica tromba, sento che questo posto è speciale, in tutti i suoi dettagli. Sopra di noi, finalmente, con le sue nuvole vicine e velocissime, scorre il vero cielo d’Irlanda. 


Dublino, 2-5 marzo 2012



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